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Buoni pasto Ausl Romagna, si apre uno spiraglio in Regione

di Redazione

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In un momento di particolare difficoltà per la sanità pubblica, con frequenti dimissioni tra i professionisti e bandi che vanno deserti, concedere la possibilità di cumulo e di utilizzo dei buoni pasto con una scadenza almeno trimestrale rappresenterebbe un segnale di vicinanza ai propri dipendenti, comparandoli quindi a quelli regionali. Così gli esponenti di Forza Italia durante la discussione, svoltasi nell'ultimo Consiglio della Regione Emilia-Romagna, sulla necessità di risolvere una questione che da tempo costituisce motivo di disputa con le aziende sanitarie pubbliche.

Scontro sui buoni pasto per i sanitari: consentire cumulo trimestrale

Si tratta dello scontro sul diritto ai buoni pasto per i sanitari che nasce dalla contrapposizione tra i regolamenti aziendali e le istanze dei lavoratori, soprattutto del personale turnista che lavora anche nei giorni festivi, quando la mensa aziendale è chiusa.

La contesa è stata riaperta nelle settimane scorse dopo la diffida lanciata contro l'Ausl Romagna dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che invitava a riconoscere anche ai dipendenti della sanità regionale, senza interpretazioni soggettive delle singole realtà, un diritto comune a tutti i lavoratori. Il Nursind chiedeva di eliminare i limiti orari per l'uso dei buoni pasto e di renderli cumulabili oltre che di aumentarne l'importo.

Dopo l'iniziativa dell'organizzazione sindacale di categoria, in Regione sembra essersi aperto uno spiraglio per risolvere la questione grazie alla proposta, avanzata da Forza Italia, di consentire al comparto sanitario regionale il cumulo e la scadenza almeno trimestrale dei buoni pasto.

I dipendenti regionali, ad eccezione di quelli della sanità, hanno diritto ad un buono pasto per ogni turno di lavoro di almeno sei ore, che viene erogato alla fine del mese, è cumulabile fino ad un massimo di otto per spesa ed ha una scadenza minima di alcuni mesi, hanno precisato gli esponenti di FdI ritenendo che occorre superare questa anomalia, uniformando il trattamento per tutti i lavoratori, senza distinzioni.

La richiesta sollevata, che appoggia quella dell'organizzazione sindacale, ha trovato d'accordo l'assessorato regionale competente. Tuttavia, la Giunta - pur concordando sulla necessità di risolvere il problema - ritiene che per adeguare i diritti di medici ed infermieri a quelli già riconosciuti al restante personale della Regione occorre chiarire ancora un dettaglio ossia normare un aspetto tuttora fonte di incertezze nel dibattito più ampio sul tema, che rimane aperto a livello nazionale.

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