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Nursind: agli infermieri revocati ferie e permessi

di Redazione Roma

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Ancora una volta le strutture ospedaliere di Bologna hanno sospeso le ferie agli infermieri a causa della carenza di personale per la gestione della quarta ondata dell’emergenza pandemica, denuncia la segretaria territoriale del NurSind, Rodigliano. Intanto, a seguito dell’accordo tra Uil, Cgil e Regione Emilia-Romagna, è arrivato lo sblocco delle assunzioni del personale sanitario a partire dal primo gennaio 2022.

Bologna: ferie sospese agli infermieri

Le strutture ospedaliere di Bologna hanno di nuovo sospeso le ferie ai dipendenti

Se da un lato il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, non ha mai smesso di elogiare gli infermieri (e in generale i sanitari tutti) che oramai da due anni continuano a dedicarsi, giorno dopo giorno, alla lotta al virus, dall’altro fa riflettere che nella stessa regione le strutture ospedaliere di Bologna ancora una volta hanno sospeso le ferie ai dipendenti, in particolare proprio agli infermieri, a causa della mancanza di personale per la gestione del nuovo picco dell’emergenza pandemica. Parole di Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del NurSind, che lamenta la mancanza di una programmazione più incisiva, ma anche di nuove assunzioni e di salvaguardia del personale. Nulla di questo è stato fatto – precisa – e sembra che il carico di lavoro ricada sempre sui medesimi professionisti sanitari.

Certamente Rodigliano (che più volte, in modo veemente, ha chiesto l’aumento di stipendio per gli infermieri, considerando che la remunerazione del personale infermieristico del servizio sanitario nazionale, direttamente impiegato nella battaglia contro il Covid-19, rimane ancora la più bassa tra gli Stati più industrializzati in Europa) ha apprezzato molto le affermazioni del presidente Bonaccini, che nella seduta della discussione sul bilancio regionale ha ringraziato i professionisti sanitari per il lavoro svolto, ammettendo che occorre una premialità maggiore (lo ringrazio in particolare perché ha riconosciuto che il nostro lavoro è il più usurante in questo momento). Ciò nonostante, l’auspicio è che dalle parole si passi ai fatti. Oggi il lavoro degli infermieri è quello dove lo stress è elevatissimo; eppure, tutto ciò si ignora quando si impone agli stessi infermieri di trasferirsi da un reparto all’altro dalla mattina alla sera e quando si annullano le ferie programmate, che in alcuni casi sono giorni da dedicare alla cura della famiglia, prosegue Rodigliano.

Quindi l’appello allo stesso governatore dell’Emilia Romagna e all’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, affinché la richiesta per un incontro inoltrata da NurSind Bologna non sia ignorata, ma si avvii un confronto tangibile su tematiche che interessano agli infermieri, in modo da trovare soluzioni in grado di potenziare i servizi sanitari e di dare dignità al lavoro degli operatori. Si tratta, puntualizza il sindacato, di soluzioni che ridisegnino la premialità, prevedano nuove assunzioni, riconoscano il diritto alla conciliazione dei tempi di lavoro con la cura delle famiglie e soprattutto delle persone della famiglia che hanno necessità particolare in ragioni di condizioni di disabilità oppure di età.

Applicato accordo per sblocco assunzioni personale sanitario

Nel frattempo, a poche settimane dalla sua sottoscrizione, trova l’applicazione l’accordo – firmato lo scorso 23 dicembre – tra Uil, Cgil e Regione Emilia Romagna per lo sblocco delle assunzioni del personale sanitario a partire dal primo gennaio di quest’anno. Si tratta di un primo (ma rilevante e indispensabile) punto d’inizio nella tortuosa partita della gestione della pandemia da Covid-19 giunta, purtroppo, alla sua quarta ondata. Il fulcro dell’accordo è costituito dal bilancio sanitario dell’Emilia Romagna e dalla condivisione delle linee del piano triennale dei fabbisogni 2022-2024, che concerne – come fortemente richiesto da Uil e Cgil – lo sblocco delle assunzioni necessario per la copertura del turnover e per dare forza alle nuove progettualità legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (come la necessità di potenziare la medicina territoriale).

Inoltre, l’accordo prevede l’impegno all’adeguamento dei fondi contrattuali e alla copertura, pure per l’intero anno in corso, dell’intera spesa di personale (comprensiva anche della retribuzione accessoria) per le assunzioni effettuate in aggiunta alle vigenti dotazioni organiche, in applicazione e nei limiti delle norme di legge collegate all'emergenza sanitaria da Sars-Cov-2 e oggetto di specifici finanziamenti statali integrativi. Durante l’incontro, infine, la Regione e i sindacati confederali hanno condiviso la necessità di istituire un tavolo permanente di confronto per condividere e valutare le strategie riguardo alla programmazione sanitaria alla luce del nuovo Piano sociosanitario regionale e dell’applicazione del Pnrr.

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