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Manipolazione terapia orale, raccomandazioni dal Ministero

di MS

La manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide, qualora si renda necessaria, può causare instabilità del medicinale, effetti irritanti locali ed errori in terapia compromettendo la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari. Per questo motivo il Ministero della Salute ha diffuso la raccomandazione numero 19 (ottobre 2019), che fornisce indicazioni per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide (e quindi per la corretta gestione della terapia farmacologica orale) nei casi in cui non sia possibile somministrarle integre e quando le attività di allestimento non siano effettuate dalla Farmacia.

Cosa fare se pillole e compresse non possono essere somministrate integre

Gli operatori sanitari, gli infermieri in particolare, hanno sempre avuto la consapevolezza che la somministrazione o meglio, la manipolazione di farmaci orali (intesa come divisione, triturazione, frantumazione, polverizzazione di compresse ovvero apertura di capsule), sia una pratica molto a rischio, soprattutto in caso di medicamenti “non modificabili” e maggiormente in contesti residenziali per anziani, dove l’abitudine di triturare le compresse e assimilarle ai pasti continua ad essere una pratica molto frequente.

Al riguardo il Ministero della Salute con la sua recentissima Raccomandazione n.19 per la manipolazione delle forme farmaceutiche orali solide vuole focalizzare l’attenzione del personale sanitario proprio sulla spinosa tematica della frantumazione delle composizioni orali con l’obiettivo di fornire indicazioni per la manipolazione nei casi in cui non sia possibile somministrare le compresse integre e quando le attività di allestimento non siano effettuate dalla farmacia.

Si tratta quindi di quelle situazioni nelle quali i pazienti siano disfagici pediatrici, fragili, politrattati, in nutrizione enterale, con ridotta compliance o casi in cui sia necessario avere un dosaggio di farmaco non disponibile in commercio.

Senz’altro prima di ricorrere ad una pratica del genere è preferibile avere in dotazione un farmaco industriale con AIC (autorizzazione immissione in commercio) o quantomeno un farmaco la cui divisibilità sia prevista o, in alternativa, quando sia possibile avere un preparato magistrale allestito in maniera adeguata.

Mancando i suddetti presupposti si potrà ricorrere alla manipolazione del farmaco, creando una procedura aziendale, con la supervisione di un Farmacista, figura indispensabile per l’intero processo.

Rispetto alla produzione di tale documento il Ministero della Salute precisa che essa dovrà contenere le indicazioni da seguire nel corso della modificazione delle forme farmaceutiche, avendo cura di eseguire una corretta valutazione dei rischi che tale intervento può comportare (in casi particolari ricorrere anche a delle cappe dedicate visto che viene fortemente sconsigliato di manipolare farmaci irritanti per la cute, occhi, tessuto connettivo e mucose), anche attraverso la creazione di un'apposita lista all’interno del prontuario terapeutico, nella quale inserire i farmaci modificabili.

Relativamente alla tecnica di divisibilità essa deve avvenire in maniera attenta lungo la linea di divisione delle compresse (ove presente), così da evitare sotto o sovra dosaggi; non dividere le compresse in meno di un quarto, se non specificato dal produttore, il tutto avendo cura di eseguire una corretta igiene delle mani prima di modificare i medicinali.

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