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Le difficoltà dell’Evidence Best Practice

di Daniela Berardinelli

L’approccio evidence-based (EBP) è oramai conosciuto e diffuso all’interno dei Corsi di Laurea in Infermieristica, sia a livello nazionale che internazionale, e il suo insegnamento è previsto dal “Nurse Educator Core Competencies” di WHO (World Health Organization). Compito dei docenti e dei nurse educator è, secondo WHO, formare dei professionisti con delle skill effective and efficient, in grado di identificare, analizzare e gestire i bisogni di salute della popolazione.

Principali barriere alla diffusione dell’EBP nell’Infermieristica

È noto come l’evidence based practice sia un processo clinico-decisionale che considera tre elementi fondamentali: la best evidence, l’esperienza coniugata al giudizio professionale e le preferenze del paziente. La natura dell’EBP è inoltre trasversale, perché può essere applicata all’area della prevenzione, alla valutazione dei rischi e alla promozione della salute.

Il suo utilizzo produce un miglioramento degli esiti clinici e assistenziali e una riduzione dei costi correlati, pertanto la sua implementazione nei contesti clinici è più che mai doverosa. Per ottemperare a tale mission, le istituzioni accademiche e di cura sono chiamate a svolgere un ruolo centrale nell’applicazione del pensiero EBP.

Le principali barriere riguardo la sua diffusione, riportate in letteratura, sono: l’anzianità di alcuni docenti, la mancanza di conoscenze specifiche, di capacità di insegnamento dell’EBP, di tempo e supporto specifico.

Cosa pensano gli infermieri dell’EBp

Un recente studio condotto in Portogallo ha evidenziato che gli infermieri ritengono che l’EBP sia utile nello svolgimento della pratica clinica, ma riferiscono dei bassi livelli di applicazione di tale metodo, necessitando di dover consolidare maggiormente le proprie conoscenze a riguardo.

Questo significa che non è ancora presente una cultura così radicata dell’evidence based tra le corsie e, di conseguenza, la sua integrazione nella pratica clinica quotidiana è ancora bassa.

Cosa pensano gli studenti?

Circa il 60% degli studenti percepisce come difficile la comprensione dell’EBP, nonostante pensi che il suo utilizzo sia positivo e fondamentale per il miglioramento della pratica clinica. Le principali difficoltà riportate dagli studenti riguardano la ricerca e l’interpretazione delle fonti evidence-based.

La ricerca di revisioni sistematiche e linee guida può essere complessa e spesso la loro valutazione, in chiave di critical appraisal, ancora di più. Gli studenti vorrebbero apprendere più strumenti riguardo l’utilizzo e il supporto dell’EBP per il cambiamento della pratica clinica e, per fare ciò, necessitano di conoscenze di base solide, al fine di poter selezionare e valutare la letteratura scientifica.

L’approccio EBP è fondamentale all’interno dei nursing curricula in quanto è l’unico mezzo affinché si possa perpetuare una cultura dell’evidence based nelle corsie, introducendo figure neolaureate, formate e sensibilizzate riguardo il suo utilizzo.

Gli studenti rappresentano la spinta all’innovazione, al cambiamento, che sappiamo essere lento e non privo di ostacoli. La loro freschezza e purezza nel non essere già “negativamente consumati”, o l’assenza di pregiudizio sul mondo del lavoro va sfruttata per introdurre elementi efficaci e di novità come l’EBP.

Affinché l’utilizzo dell’EBP mantenga la sua efficacia e validità nel tempo necessita di refresh, che devono essere programmati, sia nella formazione universitaria che professionale e possibilmente valutati con strumenti validati come l’EBP-COQ questionnaire, nato per studiare le competenze e le attitudini degli studenti sull’evidence based practice.

Quali obiettivi raggiungere per una formazione di qualità

Compito dei nurse educator è coltivare la cultura della domanda, rendere gli studenti capaci di formulare dei quesiti clinici, ricercare delle evidenze a riguardo e valutarle, discernere cosa è veramente rilevante e decidere cosa poter applicare nella propria pratica clinica sulla base dell’esperienza, dell’evidenza e della preferenza del paziente.

Non di minore importanza è anche la capacità non solo di comprendere queste informazioni, ma di saperle condividere con i propri colleghi e di divulgarle anche ai cittadini, per produrre un cambiamento che abbia inizio nella formazione e si perpetui nella pratica quotidiana.

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