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Emilia-Romagna

Modena, il comune chiede di potenziare gli Oss

di Redazione Roma

Per fronteggiare la carenza di personale infermieristico nelle Case di residenza per anziani occorrono nuove e condivise soluzioni. Il sindaco Muzzarelli e il direttore generale dell’Ausl Brambilla, che da tempo denunciano il problema, hanno scritto alla Regione: Occorre ripensare a fondo l’assistenza sanitaria.

Carenza infermieri nelle Cra a Modena: più formazione per gli Oss

Siamo certi che la figura dell’Oss fornisce e possa fornire un rilevante contributo alla garanzia del diritto alla salute dei cittadini, ma un surplus di ore formative non può risultare equipollente ad una laurea, le parole del segretario generale della Fials, Giuseppe Carbone, intervenendo sulla delibera n. 305/2021 – impugnata dalla Fnopi – della Regione Veneto relativa alla formazione complementare dell’operatore socio sanitario. Rimane l'esigenza di ricercare la soluzione alla carenza di infermieri nelle Case di residenza per anziani. Che non fa difetto neppure in Emilia-Romagna, dove anzi è stato chiesto (senza buon esito) supporto all’Azienda Friuli centrale per sopperire alla mancanza di professionisti all’interno delle strutture.

Perché, figura del “super Oss” a parte, la stringente attualità porta ad interrogarsi (e a interrogare chi di dovere) in merito alle possibili soluzioni. Come hanno fatto a Modena il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e il direttore generale dell’Ausl, Antonio Brambilla, che hanno scritto una lettera al governatore Stefano Bonaccini sottolineando che la questione va aggredita con un’azione che coinvolga tutti i soggetti interessati – dalle istituzioni ai gestori, dalle rappresentanze sindacali agli ordini professionali – in un’ottica di corresponsabilità. Ma alla base occorre un cambiamento culturale per ripensare agli interventi a sostegno nelle situazioni assistenziali complesse nonché una riflessione relativamente alle mansioni di supporto all’attività infermieristica.

Certo, la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria ha anche individuato – e realizzato – differenti interventi per replicare alla carenza di personale infermieristico: dalla formazione attraverso graduatoria Ausl di un elenco di operatori disponibili ad essere contattati da enti gestori del sociosanitario accreditato all’assegnazione temporanea di personale Ausl, dal reclutamento di infermieri mediante agenzie interinali all’attivazione del servizio domiciliare infermieristico per accessi programmati all’interno delle strutture. Ma è importante riflettere su soluzioni efficaci nel breve termine. Come spiega l’assessore alle Politiche sociali, Roberta Pinelli: Lavorare esclusivamente sul percorso di formazione abilitante alla professione infermieristica richiederebbe, infatti, tempi lunghi e non rispondenti alle attuali necessità. Occorre trovare soluzioni che per essere realizzabili devono basarsi sulla volontà condivisa di tutti gli attori in campo.

E allo stato attuale, comunque la si pensi, l’approvazione del percorso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore socio sanitario” non volge in questa direzione. Nel frattempo, è stato istituito un gruppo di lavoro in seno all’Ausl, che ha visto la partecipazione delle responsabili infermieristiche delle aree fragili, volto a ridefinire le attività in capo agli Oss all’interno del loro mansionario. Per giungere a un documento di supporto ai gestori nell’individuare in modo uniforme piani di lavoro coerenti con i profili professionali (Oss e infermieri).

Giornalista

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