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Il tumore, il trapezio e la battaglia dell'infermiera Alice

di Leila Ben Salah

Quello che mi ha aiutata nel decorso della malattia è il pensiero dei miei bambini in reparto. Grazie a loro sono riuscita a sviluppare un’ottica diversa e ho avuto tantissima energia. Alice Tudisco, infermiera e infermiera pediatrica, quando parla dei bimbi dell’ospedale Regina Margherita di Torino ne parla come fossero suoi.

Alice Tudisco: Il trapezio è stata la mia chiave di volta

Ed è proprio grazie a loro che Alice Tudisco, 32 anni siciliana di origine, è riuscita a trovare la forza per combattere il tumore ovarico che l’ha colpita tre anni e mezzo fa. Ritrovando energia e voglia di vivere, Alice si è dedicata sempre di più al suo lavoro da infermiera, al trapezio su cui si sente veramente libera e all’associazione per la lotta contro il tumore ovarico Acto onlus Piemonte, che ha fondato insieme a due colleghe infermiere, Heleanna Marra e Catia Fanton, i medici Elisa Picardo e Marco Mitidieri e una ex paziente Laura Pellegrini.

Alle prime avvisaglie del tumore, Alice si sentiva male, voleva sapere cosa stesse succedendo, ma puntualmente dal Pronto soccorso la rimandavano a casa senza diagnosi, anche dopo sei o sette ore di coda, come succede in moltissimi ospedali italiani dice. Clinicamente stavo molto male – racconta -, mi presentavo in Ps con mille dubbi e mille domande avanzate e questo non ha giocato a mio favore. Anzi. Ci sono state lentezze rilevanti. Anche perché questo tipo di tumore presenta sintomi molto sfumati e poco precisi e il non incontrare subito lo specialista che sa riconoscerli e metterli insieme fa sì che ci siano diagnosi tardive, con mortalità importante sull’incidenza della malattia.

A giocare a sfavore di Alice anche un’ecografia negativa. Quando in realtà c’erano due masse di otto e dieci centimetri – spiega -. Si vede che il ginecologo che era di turno quel giorno in Pronto soccorso era un po’ distratto. Alla fine, Alice dovrà essere operata d’urgenza. La diagnosi è stata un’odissea – dice –, ma poi ho incontrato tutti professionisti molto seri e preparati. Persone fantastiche che hanno gestito il decorso in maniera professionalmente perfetta.

La mia battaglia è anche questa – spiega - perché le donne non si trovino in questa situazione di diagnosi errata. Rinascere ma per combattere. E per aiutare le donne che hanno dubbi ad essere indirizzate subito su centri competenti, dove ci sono professionisti che non hanno visto un tumore una sola volta in vita loro, ma che ne vedono centinaia e centinaia. È così che Alice ha deciso di fondare, insieme a due colleghe, l’associazione Acto onlus Piemonte che lotta proprio contro il tumore ovarico.

Ma ad aiutare Alice nella sua battaglia contro il cancro sono stati soprattutto i bambini dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove l’infermiera lavora. Loro mi hanno dato tantissima energia – racconta -. Certo, era dura vederli correre e saltare per i corridoi dell’ospedale ad appena due settimane da un intervento all’addome. Mentre io, non riuscivo a muovermi. Ma è stato proprio il pensiero dei miei bambini ad aiutarmi tanto. Così come ho tratto tanta energia dalla mia professione. È stato fondamentale tornare al lavoro dopo qualche mese e vivere la relazione con il paziente con occhi diversi. Perché quando passi dall’altra parte vedi cose che prima non avevi mai notato, hai più pazienza con i genitori, tutto è diverso. Sono tornata a lavoro più arricchita e con dimensione diversa a livello umano e di relazione.

Un ruolo fondamentale l’ha avuto anche il trapezio. Sì, perché Alice è un’infermiera trapezista. Volteggia in aria leggiadra e il trapezio per lei è stata una chiave di volta. Tutto il circo – dice – mi dà un’energia particolare e mi proietta in maniera positiva nella vita.

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