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Infermiera aggredita da una donna armata di sega

di Redazione Roma

È accaduto al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo. Una donna con problemi psichici, in attesa di essere visitata per un malore, ha dato in escandescenze e armata di una sega da falegname ha cercato di aggredire un’infermiera. La presidente dell’Opi di Napoli, Rea: Ogni giorno è un bollettino di guerra.

Entra in ospedale con un seghetto da falegname e aggredisce infermiera

Si è recata in ospedale lamentando un malore e, nel momento in cui l’infermiera di turno le ha spiegato che avrebbe dovuto attendere, la donna ha tirato fuori dalla maglietta una grossa sega da falegname, tentando di aggredire la professionista sanitaria. Sembra una scena tratta da un film horror di Dario Argento, eppure è quanto avvenuto al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo a Napoli.

Il seghetto usato nell'aggressione

Protagonista dell’episodio – che fortunatamente si è concluso senza conseguenze, se non con tanta paura per l’infermiera – è una donna di 65 anni con problemi psichici. In ospedale sono intervenuti i carabinieri e, nel frattempo, il medico curante della signora già conosciuta alle forze dell’ordine, sottoposta a un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria presso i militari dell’arma del Rione Traiano.

È stata la stessa donna a consegnare ai carabinieri il seghetto con il quale aveva cercato di aggredire l’infermiera.

Quest’ultima è stata salvata da un collega che l’ha tirata a sé. Quindi una delle guardie giurate in servizio è riuscita a disarmare e immobilizzare la donna. Ma se così non fosse stato? Cosa sarebbe potuto accadere?

Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio tentato omicidio premeditato – denuncia, Manuel Ruggiero, presidente dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate (che ha diffuso l'immagine dell'arma) – bisogna fare assolutamente qualcosa, soprattutto occorre rivedere i protocolli operativi con le forze dell’ordine, assicurando queste persone alla giustizia. La nostra richiesta è al prefetto, affinché ci riceva.

Le aggressioni negli ospedali e all’interno delle ambulanze rappresenta una vera e propria emergenza nel napoletano; una situazione insostenibile che crea apprensione tra i sanitari, spesso costretti a lavorare in condizioni che definire esasperanti sarebbe riduttivo. E l’infermiera aggredita da una donna armata di sega al Pronto soccorso costituisce solo – purtroppo – il caso più recente. Soltanto poche ora prima all’aggressione con l’arma bianca, un altro vile attacco si è compiuto sempre presso il “San Paolo”. Mentre un infermiere si apprestava a posizionare un catetere vescicale al paziente (un uomo in stato di ebbrezza) questi, all’improvviso, aggrediva più volte a calci e pugni il professionsita sanitario. L’aggressore colpiva poi altri due infermieri e due Oss sopraggiunti in soccorso dei colleghi. Il risultato finale? A due infermieri è stata rilasciata una prognosi di 15 giorni mentre al terzo, che ha riportato una ferita alla testa, i giorni di prognosi riconosciuti sono stati 21.

Ogni giorno è un bollettino di guerra, il commento laconico della presidente dell’Opi di Napoli, Teresa Rea (che ha da poco raggiunto il traguardo di prima infermiera ricercatrice presso la “Federico II”). Che integra: Stiamo mettendo insieme un dossier con tutti gli episodi di aggressione che ci sono stati segnalati. Lo consegneremo in prefettura, per chiedere ancora una volta – numeri alla mano – un presidio fisso di polizia all’interno dei pronto soccorso e degli ospedali napoletani. Nel frattempo, ai colleghi aggrediti vanno la solidarietà e la vicinanza mia personale e dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli, conclude.

Giornalista
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