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Infermieri a partita Iva negli ospedali: sindacati divisi

di Redazione

Fare ricorso agli infermieri con la partita Iva negli ospedali toscani per fronteggiare la carenza di personale. È quanto propone il Nursind, sindacato delle Professioni infermieristiche, come soluzione per tamponare la situazione in attesa che si verifichino le condizioni per l'assunzione di nuovo personale. L'organizzazione sindacale ha pertanto avanzato la proposta che anche per gli infermieri dell'Azienda sanitaria Toscana sudest siano attivati incarichi libero-professionali su modello di quelli rivolti ai medici dell'Asl Toscana Centro, dove grazie ad uno stanziamento di 350mila euro sarà possibile assumere con questo regime il personale medico così da ridurre la grave carenza di organico nelle corsie, soprattutto in Pronto soccorso dove si registrano le maggiori criticità. Ad ora la proposta non è stata accettata.

Carenza infermieri: Nursind propone modello medici, Cgil dice no a p. Iva

Riteniamo incomprensibile la decisione dell'Asl Toscana Centro di limitare l'attivazione soltanto alla professione medica poiché esiste una normativa nazionale, recepita dalla Regione Toscana con apposita delibera, che prevede anche per le aziende del Servizio Sanitario Regionale la possibilità di assumere infermieri in regime libero professionale.

Così Giampaolo Giannoni, segretario regionale del Nursind, ricordando altresì che in Toscana mancano oltre sette mila infermieri e sottolineando che, per coprire le attuali esigenze dei reparti, il personale in servizio negli ospedali è costretto a turni di lavoro con prestazioni aggiuntive.

Siamo disorientati dal comportamento delle aziende sanitarie toscane che decidono di non attingere dalle risorse rappresentate dagli infermieri libero-professionisti per dare sollievo alla cronica mancanza di personale, spiega Giannoni.

Spiace constatare che ancora una volta in Regione si fanno due pesi e due misure, portando la sanità ad un modello medico-centrico che cozza contro l'evidente scarsità di dottori e contro lo stesso concetto di assistenza, da sempre considerata componente infermieristica, dichiara sottolineando tuttavia che non si tratta di una guerra tra medici ed infermieri.

Sono professionalità ben diverse che lavorano fianco a fianco, indispensabili al funzionamento della sanità moderna. Denunciamo piuttosto la volontà della Regione di non trovare soluzioni di pari dignità per risolvere il problema della scarsità di personale.

Si tratta di una prospettiva che divide tuttavia i sindacati. Secondo Roberto Carletti, segretario Fp sanità Cgil Grosseto, i problemi della sanità toscana non si risolvono infatti ricorrendo ai contratti libero professionali con gli infermieri che hanno la partita Iva né aumentando la quota di finanziamento delle prestazioni aggiuntive.

L'unica strada corretta che consente di garantire sia un servizio efficace ai cittadini che un'adeguata retribuzione ai lavoratori, è quella di assumere il personale che manca ed aumentare gli stipendi in modo equo, rimarca.

Secondo la Cgil occorre quindi richiamare piuttosto il Governo alle sue responsabilità: deve trovare le risorse per finanziare il sistema sanitario nazionale, garantire l'erogazione dei servizi e retribuire il personale in modo adeguato, chiosa Carletti ribadendo che le altre soluzioni sono soltanto scorciatoie che portano al progressivo impoverimento e smantellamento della sanità pubblica perché si tratta di prestazioni private basate sul cottimo che mettono a rischio i pazienti e mettono sotto pressione gli operatori sanitari.

Continuare a chiedere di incentivare le prestazioni private – poco cambia che siano erogate da medici, infermieri, fisioterapisti o tecnici di laboratorio – è semplicemente perseverare nell'errore non vedendo questi rischi, conclude.

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