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Infermiere aggredito in Ps chiede 70mila euro di risarcimento

di Redazione

Un giovane ubriaco si era presentato all’ospedale San Salvatore di Pesaro dichiarando di avere un malessere. Preso in carico dai sanitari in servizio, aveva sferrato un pugno a un’infermiera, un altro ad un infermiere, che cadendo a terra si è fratturato una spalla. Quest’ultimo ha chiesto 70mila euro di risarcimento.

Aggredito da un ubriaco, l'infermiere chiede 70mila euro di risarcimento

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Pronto Soccorso dell'ospedale San Salvatore di Pesaro

L'infermiere, che ha subito il danno peggiore in seguito alla caduta dopo essere stato colpito riportando una lesione importante dell'articolazione con una prognosi di trenta giorni, ha deciso di costituirsi parte civile al processo che si è dibattuto il 2 febbraio scorso. Davanti al giudice monocratico l'imputato si è detto pronto ai lavori socialmente utili, le cui pratiche sono state avviate dal suo legale.

Dalla ricostruzione del grave episodio di violenza, emerge che l'aggressore, un giovane di 25 anni, si era presentato in Pronto soccorso e, in evidente stato di alterazione psicofisica e di ebrezza alcolica, aveva dato subito in escandescenze.

Aveva dapprima insultato e graffiato un'infermiera, colpendola con un pugno. Si era poi scagliato contro altri quattro infermieri, intervenuti per aiutare la collega aggredita. Per bloccare tanta furia era intervenuto prontamente anche il direttore del Pronto soccorso.

A causa dell'episodio, seguito dalla continua sorveglianza visiva dell'aggressore, l'attività del reparto di Urgenza ed Emergenza era altresì rimasta ferma per oltre un'ora lasciando in attesa di cura ed assistenza circa una trentina di persone che a quell'ora gremivano la sala.

Per calmarlo si era reso necessaria anche la sedazione, ma passato l'effetto del farmaco, il giovane aveva ripreso ad agitarsi e ad aggredire. Si era pertanto provveduto a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine grazie alle quali era stato possibile riprendere la presa in carico degli altri utenti.

L'episodio, avvenuto al culmine del periodo del Covid caratterizzato da intenso lavoro e forte stress, era stato anche occasione di un flash mob organizzato dagli operatori sanitari di Pesaro per denunciare le ripetute e pesanti aggressioni che all'epoca subivano.

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