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Infermiera

Insultata e picchiata nel parcheggio dell'Umberto I di Roma

di Redazione

Siete incompetenti, nostro figlio da giorni è ricoverato da voi. E dalle parole ai fatti, tra calci e pugni. È successo nel pomeriggio del 20 febbraio, quando un'infermiera della pediatria dell'Ospedale Umberto I di Roma è stata aggredita dai genitori di un piccolo paziente nel parcheggio. L’infermiera, soccorsa da alcuni colleghi che l’hanno aiutata a raggiungere l’ingresso del reparto, ha riportato ferite giudicate guaribili in sette giorni: È stato terribile.

"Siete incompetenti". Coppia aggredisce un'infermiera di pediatria

Psicologica, verbale o fisica. Da nord a sud, uomini o donne, giovani o meno giovani. In ogni caso negli ospedali italiani non si scappa. Dalle aggressioni per infermieri, medici e altri operatori della sanità pare non esserci scampo. È un quadro sempre più allarmante, al quale si aggiungono gli episodi del Vecchio Pellegrini di Napoli e dell'Umberto I di Roma, dove un'infermiera è stata aggredita dai genitori di un piccolo paziente che l’hanno insultata e presa a calci e pugni.

Insultata e picchiata al parcheggio del Pronto soccorso, l'infermiera è finita nel mirino della coppia di genitori che, non contenti, hanno chiamato in supporto anche i parenti poi arrivati nel piazzale. Sono stati attimi ad altissima tensione rientrata solo quando le guardie giurate e gli agenti di polizia in servizio per la sicurezza hanno riportato la situazione nella norma. L’infermiera è stata soccorsa e medicata dai colleghi.

Il nodo sulla sicurezza è ancora da sciogliere in alcune grandi strutture come appunto quella del policlinico Umberto I perché il presidio è antistante il pronto soccorso ma distante da quello pediatrico spiega Stefano Barone, dirigente Nursind, sindacato delle professioni Infermieristiche: Nella prima fase dell’aggressione - spiega Barone - gli agenti sono stati allertati ma hanno impiegato del tempo per intervenire perché si trovavano all’ingresso del pronto soccorso ordinario. In una struttura così ampia è necessario invece prevedere anche un secondo presidio per la sicurezza di medici e infermieri per consentire interventi tempestivi.

Aggressione Umberto I, Opi: va bene sdegno, ma ormai è copione ripetitivo

Stavolta è toccata ad una infermiera pediatrica dell'Umberto I, aggredita e malmenata con l'accusa di chissà quali nefandezze. Piena e totale solidarietà alla collega, ma ormai è un copione ripetitivo: aggressione, solidarietà alla vittima, sdegno, dichiarazioni autorità competenti: ma quando un fenomeno che sembra eccezionale diventa ripetitivo, allora ci si deve interrogare sulle sue cause strutturali, non solo sulla logica dell'emergenza: e meno male che la sicurezza ha, all'Umberto I, evitato il peggio.

Lo dichiara il Presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma, Maurizio Zega. Intanto - prosegue Zega - secondo una ricerca commissionata dalla Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche un terzo degli infermieri attivi subisce aggressioni in un anno, un terzo: e di questi, quasi la metà neanche denuncia il fatto. Per sfiducia o che? Il succedersi degli episodi di violenza si dovrebbe contrastare con la riduzione della pressione sugli ospedali, con investimenti sulla sanità territoriale: ma anche questo sembra ormai un "mantra", si ripete, si ripete, e poi?

Non vogliamo - ha concluso il Presidente dell'Opi di Roma - tirare sassi e acuire la tensione purtroppo esistente, ma la situazione è davvero grave. Intanto, come abbiamo fatto insieme con l'Ordine dei medici non più tardi di un mese fa, chiediamo di riconoscere ad infermieri e medici la qualifica analoga a quella di pubblico ufficiale, con la conseguenza che ogni aggressione è un oltraggio a pubblico ufficiale. E speriamo che anche questo non diventi un mantra.

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