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Influenza stagionale: vaccino per operatori sanitari

di Monica Vaccaretti

L'influenza stagionale, malattia respiratoria provocata da virus che infettano le vie aeree, è tornata e la sua circolazione potrebbe essere decisamente maggiore rispetto agli anni precedenti la pandemia. Il nuovo ceppo virale, denominato A/H3N2, si preannuncia aggressivo e tenace. Lo scorso anno, in piena emergenza Covid, ci è mancata, nel senso che grazie alle misure di contenimento del Coronavirus la sua diffusione è stata significativamente ridotta. E in confronto a SARS-CoV-2 l'influenza ci sembra ora quasi innocua. In realtà, secondo il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) il virus A/H3N2 potrebbe essere quest'anno ancora più invadente per le eventuali complicanze polmonari anche gravi, soprattutto per gli anziani e le altre categorie fragili.

Influenza stagionale: un piano di prevenzione

Secondo la Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, si rende quanto mai necessario mettere in atto, anche contro l'influenza stagionale, quei comportamenti virtuosi di igiene che dovrebbero essere ormai una buona e consolidata pratica sanitaria, anche alla luce della pandemia, e che permettono di contrastare la diffusione del contagio di qualsiasi malattia infettiva. Lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo aver tossito e starnutito, o dopo aver frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol. Coprire naso e bocca con un fazzoletto possibilmente di carta quando si tossisce e starnutisce e gettarlo immediatamente nella spazzatura o nella biancheria da lavare. Evitare di toccare gli occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell'influenza, si diffondono in questo modo. Rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi o di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone. Una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie è quindi essenziale nel limitare la diffusione dell'influenza.

La prevenzione dell'influenza è possibile anche con la somministrazione di vaccini specifici antinfluenzali, particolarmente indicati e raccomandati per alcune categorie di persone aventi diritto per:

  • età
  • fragilità
  • condizioni patologiche
  • esposizione professionale

La vaccinazione antinfluenzale, lo strumento più efficace e sicuro per prevenire la malattia e ridurne le complicanze, è iniziata in Veneto il 2 novembre, coinvolgendo come ogni anno i Medici di Medicina Generale. La composizione del vaccino antinfluenzale è aggiornata annualmente dal Global Influenza Surveillance Network dell'Oms in collaborazione con i National Influenza Center (NIC) sulla base dei ceppi virali circolanti e sull'andamento delle sindromi similinfluenzali nel mondo.

Vaccino antinfluenzale vs vaccino anti Covid-19

La vaccinazione contro i virus influenzali circolanti nella stagione autunnale-invernale 2021-2022 è particolarmente raccomandata dalle autorità scientifiche internazionali perché riduce al minimo il rischio di confonderla con l'infezione da Coronavirus, avendo sintomi simili nella fase iniziale dell'affezione. Recenti dati della letteratura confermano inoltre che il vaccino antinfluenzale è utile contro il Covid. La vaccinazione contro l'influenza, eliminando le infiammazioni dei bronchi dovute all'azione del virus influenzale, riduce al minimo il rischio di favorire la penetrazione di altri virus respiratori come anche SARS-CoV-2 nelle mucose delle prime vie aeree che però possono rimanere infiammate a lungo dopo aver contratto l'influenza.

La vaccinazione non è soltanto un atto di protezione individuale ma un gesto altruistico nei confronti degli altri, famiglia e collettività

Secondo la circolare annuale del Ministero della Salute, al vaccino antinfluenzale può essere abbinata la terza dose (booster) di quello contro il Covid (è previsto il Pfizer). Vaccinazione anti Covid -19 e quella antinfluenzale possono essere somministrate in un'unica seduta. Il Ministero della Salute informa che Tenuto conto delle attuali indicazioni espresse dalle principali autorità di Sanità Pubblica internazionali e relativi Comitati Consultivi e dei dati preliminari relativi alla co-somministrazione di vaccini anti-Sars-CoV-2/Covid-19 con vaccini antinfluenzali sarà possibile programmare la somministrazione dei due vaccini nella medesima seduta vaccinale. E si chiarisce che il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati. Il vaccino inattivato dell'influenza può essere somministrato insieme ad altri vaccini iniettabili, a condizione però che i due vaccini vengano somministrati in siti di iniezione differenti e comunque è bene chiedere informazioni al proprio medico curante o al medico vaccinatore.

Operatori sanitari testimonial della vaccinazione

Considerando l'andamento epidemiologico e la maggior importanza che riveste la campagna vaccinale quest'anno, a Vicenza la Direzione Medica dell'Azienda Ulss 8 Berica - in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione e di Igiene Pubblica, l'Ufficio Sanitario Aziendale, il Servizio delle Professioni Sanitarie, i Distretti Sanitari e il Rischio Clinico – ha ritenuto importante organizzare un incontro in remoto per informare i dipendenti sulla campagna vaccinale in atto, allo scopo di incentivare e promuovere la vaccinazione all'interno dell'azienda. Affinché ciascun operatore sanitario si faccia testimonial e promotore della vaccinazione, bisogna credere in questa pratica e capire che la vaccinazione non è soltanto un atto di protezione individuale ma un gesto altruistico nei confronti degli altri, famiglia e collettività. L'attenzione di chi lavora in sanità deve essere rivolta soprattutto alla comunità aziendale in cui si esercita e ai pazienti, che sono il fine della professione. Secondo la Direzione Medica, proteggere gli ospedali è importante anche per non vanificare gli sforzi che ogni giorno vengono fatti all'interno delle Unità Operative, soprattutto in questi tempi di pandemia. E così vengo informata che, in quanto soggetti addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo tra le categorie di lavoratori, anche gli operatori sanitari fanno parte di un gruppo target importante di sanità pubblica delineato dal Piano di prevenzione Nazionale. Prorogato fino alla fine del 2021, tale Piano Sanitario prevede una copertura per la vaccinazione antinfluenzale con percentuale minima del 75% ed ottimale del 95% con l'obiettivo primario di proteggere l'individuo e la comunità.

Secondo la circolare ministeriale, l'offerta attiva e gratuita della vaccinazione è rivolta a:

  • operatori sanitari e agli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie a contatto con pazienti ed ospiti delle strutture per anziani e non autosufficienti
  • cittadini utenti sopra i 60 anni
  • bambini dai 6 mesi ai 6 anni
  • soggetti fragili e vulnerabili secondo le categorie considerate a rischio

Ogni anno sono disponibili varie tipologie di vaccino, tutti totalmente inattivati e quadrivalenti ossia contengono i quattro antigeni che circoleranno con maggiore probabilità in questa stagione influenzale 2021-2022. Si hanno a disposizione prodotti destinati prevalentemente ai soggetti anziani, i cosiddetti vaccini audiuvati proprio per soggetti che hanno una scarsa risposta immunitaria e che pertanto hanno bisogno di essere potenziati per provocare una sufficiente risposta del sistema immunitario. Per gli operatori sanitari si usa un vaccino ben tollerato e con scarso impatto come effetti collaterali. Inoltre, anche se l'allergia all'uovo non è considerata una vera e propria controindicazione, l'uso del vaccino antinfluenzale è completamente libero e sicuro anche per persone che nell'anamnesi riferiscono pregresse reazioni allergiche a questo alimento.

Come sottolineato dalla circolare ministeriale, si ribadisce che non vi è inoltre necessità di intervallo temporale tra la somministrazione del vaccino antinfluenzale e quello anti SARS-CoV-2 essendo entrambi inattivati, pertanto è possibile farlo in una unica seduta vaccinale come da principio guida già contenuto nella Guida alle controindicazioni di Buona pratica vaccinale nell'ultima edizione del 2018. Non essendo una novità legata al vaccino anti Covid 19, sotto l'aspetto tecnico scientifico non vi sono quindi controindicazioni alla doppia somministrazione in concomitanza. E' quanto ha spiegato il Direttore del Dipartimento di Prevenzione e di Igiene pubblica, responsabile degli Hub vaccinali vicentini.

Poche adesioni di operatori sanitari alla nuova campagna antinfluenzale

Perché il 60% degli operatori sanitari dell'Ulss Berica non aderisce alla campagna antinfluenzale?, si è chiesto il Direttore di Malattie Infettive. Sono state individuate alcune cause di mancata adesione quali:

  • una bassa percezione del rischio
  • un diniego del valore sociale della vaccinazione
  • una bassa pressione sociale

La giustificazione che va per la maggiore è Prendo l'influenza, sto a casa a letto e mi passa. Spesso anche tra gli operatori sanitari non si ha conoscenza dei rischi dell'influenza. Non mi sono mai ammalato. Si ma potresti essere uno di quelli che ha fatto l'influenza in piedi lavorando e l'hai abbondantemente trasmessa, portandola non solo in giro tra i letti di degenza ma anche a casa dove ti aspettano magari bambini e genitori anziani, ci ricorda il Dottor Manfrin, secondo il quale è necessario condurre una analisi seria per capire le perplessità dei sanitari ad avvicinarsi alla vaccinazione contro l'influenza. Se i tassi di adesione sono così bassi rispetto all'anno precedente e molto al di sotto delle aspettative considerando la pandemia ancora in corso, occorre ricercare con attenzione la causa di una campagna vaccinale sottotono. Si tratta forse di una questione culturale nel background degli operatori e viene da pensare che la maggiore adesione dell'anno scorso sia da attribuire al pensiero che la vaccinazione antinfluenzale potesse in qualche modo coprire anche dal Covid-19 in assenza di un vaccino specifico.

Forte di questo aggiornamento delle conoscenze scientifiche, il 17 novembre mi sono presentata negli ambulatori vaccinali aziendali per il mio vaccino contro il virus A/H3N2. L'ho fatto dieci giorni dopo il mio booster. Io ero una di quegli operatori sanitari che l'influenza se l'è presa soltanto da bambina. Poi andavo pensando Ho tre dosi di Pfizer, la ffp3 al lavoro e la ffp2 in giro per strada, la mia socialità è ridotta al lumicino, mi igienizzo sempre le mani e ho comportamenti virtuosi. A me interessa non contrarre SARS-CoV-2 e non ammalarmi di Covid-19. Che vuoi che sia prendersi l'influenza, me ne sto a letto e poi mi passa. Non rischio di avere complicanze e di morire con l'influenza stagionale. Sono giovane e forte.

Poi mi sono informata e documentata. E sentire un medico di cui ho grande stima e fiducia, per le sue competenze e conoscenze, ha fatto semplicemente la differenza. Poiché non ho avuto titubanze per il vaccino contro il Coronavirus, ho fatto quindi lo stesso ragionamento per l'influenza. Il principio scientifico e quello etico hanno guidato la mia scelta a vaccinarmi. La convinzione che la mia salute è importante ha fatto il resto, non voglio semplicemente ammalarmi, mi son detta. Perché rischiare di stare male e far star male quando posso prevenire che capiti? E poi devo stare bene, anche per continuare a far star bene gli altri. Che sia per Covid. Influenza. E qualsiasi altra malattia. Sono una professionista sanitaria.

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