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Salute

Fa caldo da morire

di Monica Vaccaretti

Fa caldo da morire. Per quanto poco, da essere in affanno e da stare male. Mentre in Sudafrica nevica per la prima volta da decenni e in Sudamerica si verificano spaventose alluvioni, il resto del pianeta nell'emisfero boreale, dove è scoppiata l'estate, sta registrando temperature record. Complice anche El Nino, in Europa è già allerta con i 45° C in Italia e i 47° C in Spagna. I giorni infernali vengono detti bollini rossi e arancioni. E di caldo, purtroppo, si muore.

L'Italia è al primo posto per le morti da gran caldo

troppo caldo

È attivo in 27 città italiane il sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti delle ondate di caldo sulla salute.

Secondo l'ultimo report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità – presentato e discusso alla 7^ conferenza su ambiente e salute che si è svolta a Budapest dal 5 al 7 luglio - lo scorso anno si sono verificati 20 mila decessi per il caldo estremo.

A causa del clima e dell'inquinamento, ogni anno muoiono 1,4 milioni di persone. Prevenire queste morti a causa di fattori di rischio ambientali è alla nostra portata, sappiamo cosa fare e ora è il momento di farlo, ha dichiarato il direttore Oms della Regione Europa.

Intanto è un'altra estate rovente, dopo quella del 2022 considerata la più calda mai registrata in Europa. Le ondate di calore sono anticicloni africani che avvolgono tutto il continente europeo, provocando pesanti disagi e seri danni alla salute delle persone

Questo caldo mortale, chiamato Cerbero e Caronte, non infuoca più soltanto il Mediterraneo. Le bolle di calore raggiungono anche i Paesi del Nord. Le evidenze scientifiche hanno ampiamente dimostrato che le alte temperature sono nocive per l'uomo e l'ambiente. Risultano particolarmente suscettibili al caldo, con il grave rischio di disidratarsi, le persone più fragili e vulnerabili, come gli anziani, i neonati e i bambini e coloro che assumono farmaci o hanno già problemi di salute. Sono particolarmente esposti al rischio tutti coloro che lavorano all'aperto.

Poiché i dati climatici peggiorano ad ogni anno, diventa urgente per difendersi osservare una serie di semplici abitudini comportamentali ed adottare misure di prevenzione. Eppure, nelle città, se ci facciamo caso, sono ancora pochi coloro che indossano prudentemente un cappello per strada.

I runner corrono nei parchi e i ciclisti pedalano sotto il sole di mezzogiorno, senza avere cura di limitare l'esposizione. Si beve poco, si bevono alcolici. Ci si mette alla guida di un'auto ad ogni ora, anche quando non è necessario. Gli operai asfaltano le strade in pieno giorno, svengono. Gli edili stanno sulle impalcature a costruire mattoni, cadono.

Le persone tendono a comportarsi come se il caldo non ci fosse

Si ironizza sui social e nei bar che non è davvero estate fintanto che Studio Aperto non trasmette il consueto servizio sugli anziani che si bagnano alla fontana e ai quali viene raccomandato di bere tanta acqua e di mangiare frutta e verdura. Purtroppo, non sono più estati gradevoli, non si trova sollievo neppure alla sera.

Le notti sono insonni. La canicola è pesante. Il caldo è una faccenda da prendere maledettamente sul serio. È tutta colpa dell'umidità, si sente dire ancora in giro. È senz'altro un'aggravante che peggiora la tolleranza fisica ma 40°C sono 40° C anche se è un caldo secco. Il sole scotta e l'aria è un phon irrespirabile.

Si respira asfalto misto a smog. Chi abita in un centro storico, vive dentro un'isola di calore. La prima settimana di luglio 2023 ha registrato, a livello globale, le più alte temperature da quando si rilevano.

In questo clima surriscaldato il Ministero della Salute promuove l'annuale campagna “Proteggiamoci dal caldo” e il 12 luglio ha pubblicato – in formato video consultabile sul sito del Ministero della Salute e in opuscolo disponibile nelle farmacie, negli studi medici e veterinari - 10 semplici regole per un'estate in sicurezza. L'iniziativa nasce in collaborazione con le federazioni dei medici di medicina generale (Fimmg), gli ordini dei medici chirurghi odontoiatri (Fnomceo) e veterinari (Fnovi), farmacisti (Fofi), la Società Italiana di medicina Generale (Simg) e le associazioni come Federfarma, Assofarm e Farmacie Unite.

Il numero di pubblica utilità per l'emergenza caldo è il 1520

È attivo, inoltre, in 27 città italiane, il sistema operativo nazionale di previsione e prevenzione degli effetti delle ondate di caldo sulla salute. Il Piano Caldo prevede l'elaborazione di specifici bollettini da parte del Dipartimento di Epidemiologia SSR Regione Lazio, coordinato dal Ministero, che vengono pubblicati come ogni anno, dal lunedì al venerdì, da maggio a settembre.

Tale sistema consente di individuare giornalmente per ogni specifica area urbana le condizioni meteo-climatiche a rischio per la salute. Le città monitorate sono Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo.

La salute è una questione di policy-making e di finanziamento, di progresso scientifico e tecnologico e di come costruire la fiducia tra di noi e come ricostruire le nostre reti di cooperazione, ha affermato il presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Csaba Korosi.

In attesa che Bill Gates oscuri il sole per mitigare gli effetti del riscaldamento climatico globale, attraverso una geoingegneria solare denominata “solar radiation modification”, impariamo ad osservare il decalogo ministeriale. Per difenderci dal sole pericoloso in piena estate, basta non scordarsi di bere, non uscire di casa e non fare attività fisica intensa, portare un buon cappello, come si costuma nei paesi orientali. Il problema del caldo estremo non si può sottovalutare né ignorare.

La modifica della radiazione solare - che secondo i ricercatori si ottiene spargendo nell'atmosfera polveri di carbonato di calcio in grado di respingere le radiazioni così da raffreddare il pianeta in modo significativo - è un tema in discussione anche nell'Unione Europea che – come si legge in una nota del 26 giugno scorso – sosterrà gli sforzi internazionali per valutare, guidata dal principio di precauzione, i rischi e le incertezze di questo intervento sul clima, secondo un progetto di ricerca coordinato dall'Università di Harvard.

L'obiettivo è quello di creare delle nuvole artificiali per schermare i raggi solari attraverso una tecnica detta Stratospherici Areosol Injection, una iniezione di aereosol stratosferico ossia di una soluzione composta di acqua, gesso e zolfo da nebulizzare in cielo. Sembra non sia fantascienza. E poiché nessun paese sta rispettando il target di 1,5° come soglia critica per contenere l'aumento della temperatura media - come emerge dal Climate Change Performance Index 2023 stabilito dalla Cop27 – la teoria del genio di Microsoft forse è l'unica che ci resta come ultima difesa.

Infermiere

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