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Salute

I 45 anni del Ssn, Gimbe: compleanno amaro

di Monica Vaccaretti

Il 23 dicembre il Servizio Sanitario Nazionale compie 45 anni. Costruito secondo i principi di universalità, uguaglianza ed equità, rischia seriamente di essere sostituito presto con 21 sistemi sanitari regionali basati sulle regole del libero mercato. I suoi tre principi fondanti sono stati ampiamente traditi.

Tra sottofinanziamento e privato che avanza, Gimbe: salviamo il Ssn

nino cartabellotta

Nino Cartabellotta, presidente GIMBE

Esistono enormi disuguaglianze regionali e locali che favoriscono la migrazione sanitaria. Sta venendo meno l'esigibilità del diritto fondamentale alla salute a causa delle liste di attesa che si fanno ogni giorno più lunghe così che le persone sono costrette a ricorrere alla spesa privata, impoverendosi, o a rinunciare a curarsi se poco abbienti.

I Pronto soccorso sono sempre affollatissimi e trovare un medico di famiglia o un pediatra di libera scelta vicino a casa in alcune realtà è impossibile.

È il quadro descritto da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che in occasione della ricorrenza ha tracciato le maggiori criticità dell'attuale SSN italiano a cui l'ultima legge di bilancio fa fare un ulteriore passo indietro. Il nostro fiore all'occhiello è un malato grave che poggia su basi economiche traballanti, che non è più il sogno dei giovani e che ha paura di guardare il futuro.

Il SSN di oggi è caratterizzato da sottofinanziamento, carenza di personale, disuguaglianze, sprechi ed inefficienze, ha sintetizzato Cartabellotta considerando questi aspetti dei gravi punti deboli. Negli ultimi 15 anni tutti i Governi, di ogni colore, hanno tagliato risorse o non finanziato adeguatamente il SSN, dichiara evidenziando che il nostro Paese è oggi in Europa primo tra i Paesi poveri per spesa sanitaria pubblica pro-capite. In 12 anni (2010-2022) il divario accumulato rispetto agli altri Paesi europei si aggira attorno ai 333 miliardi.

Il presidente di Gimbe ha spiegato che il personale sanitario è stato maggiormente colpito dal progressivo definanziamento, come evidenziato dall'aumento negli ultimi anni dei pensionamenti anticipati, dei licenziamenti volontari e delle fughe verso il privato e l'estero alla ricerca di migliori condizioni di lavoro.

Il capitale umano che crede nel SSN oggi è costretto ad alzare la voce con ripetuti scioperi per chiedere disperatamente di rilanciare le politiche a favore del personale sanitario

Secondo Cartabellotta il SSN presenta oggi una criticità strutturale tra il Nord e il Sud del Paese che sarà ulteriormente aggravata dall'autonomia differenziata. Se non saranno definiti e finanziati i Livelli Essenziali delle Prestazioni il divario diventerà frattura peggiorando le disuguaglianze già note – nonché legittimandole normativamente - ed amplificando il fenomeno preoccupante della migrazione sanitaria, dalle regioni meridionali verso quelle settentrionali, che si stima sia equivalente a 4.24 miliardi.

A causa della fragilità del servizio sanitario pubblico si sta espandendo in maniera sempre più importante il settore privato accreditato: Mentre diminuiscono le tutele pubbliche, aumenta l'offerta privata, ha avvertito Cartabellotta.

Da una elaborazione GIMBE su dati del Ministero della Salute emerge infatti che la percentuale di strutture per tipologia di assistenza erogata nel 2021 è ampiamente maggiore nel privato. L'assistenza specialistica ambulatoriale è privata per il 60,4%, l'assistenziale territoriale residenziale è privata per l'84%, l'assistenza territoriale semiresidenziale è privata per il 71,3% e l'assistenza riabilitativa è privata per il 78,2%.

Soltanto nell'assistenza territoriale di altra tipologia il pubblico predomina rispetto al privato (86,3%). Per quanto riguarda l'assistenza ospedaliera la differenza si sta assottigliando: il 51,4% degli ospedali è pubblico e il 48,6% è privato. La sanità privata può rappresentare un valore aggiunto solo se è una libera scelta e non una necessità obbligata, sottolinea Cartabellotta.

Per quanto riguarda gli sprechi, Cartabellotta ribadisce che per recuperarli servono la visione di un nuovo SSN e coraggiose riforme sulle modalità di finanziamento, ripartizione delle risorse, nonché programmazione, organizzazione e integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari.

Per rilanciare il SSN la fondazione Gimbe sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione “Salviamo il SSN” con la creazione di una rete civica per esortare cittadini ed organizzazioni pubbliche e private ad aderire alla causa, a parteciparvi attivamente e a sostenerla.

L'iniziativa è sostenuta da numerosi ambassador locali e regionali, su tutto il territorio nazionale. Inoltre, al fine di legittimare con un simbolo l'esistenza del SSN quale pilastro univoco di civiltà e democrazia, confermando a tutte le persone che la tutela della salute rimane un diritto costituzionale garantito dalla Repubblica, Nino Cartabellotta ha chiesto al Presidente Sergio Mattarella, nel corso del recente incontro in cui è stato riconosciuto il grande impegno della Fondazione Gimbe, di istituire un logo ufficiale dedicato al Servizio Sanitario Nazionale: Vogliamo coinvolgere tutti quelli che come noi credono nel suo valore. Insieme possiamo farcela.

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