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COVID-19

Viterbo: infermieri sospesi pronti a denunciare l’Asl

di Redazione Roma

Il presidente dell’Opi, Curzi, comunica che l’Ordine rimarrà fuori dalla disputa sulla mancata vaccinazione degli operatori sanitari, ribadendo però che la sospensione è inutile, poiché ognuno ha la sua storia che va analizzata. I sei infermieri sospesi presenteranno denuncia alla Procura nei confronti dell’Asl.

Infermieri senza vaccino anti Covid, Opi Viterbo decide di non sospenderli

L’Opi di Viterbo rimane dell’avviso di non sospendere gli infermieri che non si sono sottoposti a vaccinazione anti Covid-19

Infermieri sospesi, ci saranno denunce contro le Asl. È più di una previsione quella resa nota dal presidente dell’Opi di Viterbo, Mario Curzi, che fa sapere che l’Ordine rimarrà fuori da qualsivoglia siatriba sulla mancata vaccinazione degli operatori sanitari. Ribadendo, altresì, che la sospensione è inutile, perché ciascuno ha la propria storia che va approfondita.

Alcune settimane fa Curzi si era già espresso sull’argomento: Abbiamo preso atto della decisione dell’Asl di sospendere i nostri colleghi, accettandola. Ciononostante, dopo aver sollecitato parere legale, abbiamo scelto di non sospendere l’iscrizione.

La questione riguarda i 19 infermieri verso i quali l’Asl di Viterbo ha avviato l’iter di sospensione per non essersi vaccinati contro il Covid. Tuttavia il 70% di loro ha già risolto in qualche maniera: o accettando il cambio delle mansioni, trasferendosi all’interno dei servizi che non sono più a contatto con il pubblico, o completando il ciclo vaccinale e quindi ottenendo la certificazione verde. Su questo Curzi spiega: Effettivamente soltanto 6 operatori sanitari hanno subìto i provvedimenti della Asl, che però non mostra criteri condivisi e coerenti. Quindi entra nel dettaglio e la sua è una “anticamera” importante per spiegare meglio la decisione dell’Opi di Viterbo di non sospendere.

Dei 19 infermieri interessati, dieci sono state trasferiti, per gli altri nove non è stato possibile farlo, perché non ci sono i posti. Se l’Asl decide di intraprendere una strada, deve essere uguale per tutti. In definitiva, sono 6 gli operatori sanitari “estromessi” dal lavoro senza stipendio.

E l’Opi di Viterbo rimane dell’avviso di non sospendere: Abbiamo avuto un primo confronto con gli organismi nazionali e come infermieri di Viterbo abbiamo tenuto il punto. Per noi la sospensione dell’Ordine è un atto in più che non serve a nulla, perché poi ogni persona ha dietro delle motivazioni, anche legate alla salute, che potrebbero giustificare, in sede legale, la mancata vaccinazione. Non si può sospendere dal lavoro oppure penalizzare una persona per una situazione che può apparire giustificata. Ad ogni modo difenderemo queste ragioni anche nel corso di un nuovo confronto che è in programma prima della fine di settembre.

Curzi tiene a sottolineare che la mia non è in alcun modo una posizione personale. Ogni mia decisione è infatti collegiale, la decide il consiglio direttivo degli infermieri di Viterbo che condivide questa posizione. Dunque, l’Ordine resta della decisione di non sospendere perché il comma 7 dell’articolo 4 – si rimanda all’obbligo vaccinale imposto dall’art. 4 del decreto-legge n. 44/2021, convertito in legge n. 76/202 – parla di “un mero onere informativo” e noi l’abbiamo rispettato, appunto attraverso il consiglio direttivo che si è riunito, per poi notificare il provvedimento.

Pertanto, ogni singolo infermiere ha delle situazioni che vanno analizzate e che possono condurre a risvolti penali particolarmente delicati e pesanti. Quei 6 operatori sanitari, adesso, sono a casa, ma so che sono pronte delle denunce alla Procura nei confronti della Asl, perché hanno delle motivazioni valide per non vaccinarsi e che l’azienda non prende in considerazione. Ci sarà un chiarimento a livello legale e in cui l’Ordine non vuole entrare. Metteremo a disposizione il nostro avvocato, ma restiamo comunque neutri, chiosa Curzi.

Giornalista

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