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Vicenza: infermieri vaccinati, meno ferie per coprire turni

di Redazione Roma

Sospensioni e malattie, incluso il Covid che non guarda in faccia a nessuno. E gli infermieri sono allo stremo, ogni giorno costretti a coprire i turni di lavoro per via delle sospensioni dei colleghi no vax. Il grido d’allarme di Andrea Gregori del NurSind: Il rischio default è concreto, riusciamo a sopperire solo grazie agli sforzi e alla riduzione dei piani-ferie da parte nostra.

Vicenza: infermieri in crisi tra sospensioni no vax e malattie

Infermieri vicentini in crisi, tra sospensioni dei colleghi no vax – che inducono quelli vaccinati a sforzi ancora maggiori per coprire i turni di lavoro e malattie, incluso il Covid-19 che non fa sconti ad alcuno. Ce la facciamo solamente grazie ai sacrifici e alla riduzione dei piani-ferie da parte nostra. E, poi, occorre riconoscere che l’Amministrazione non solo ha allentato i cordoni della borsa per le prestazioni aggiuntive – in modo che chi lavora di più viene almeno remunerato – ma ha fatto di tutto con i concorsi per far giungere forze aggiuntive. Parole, queste, espresse dal segretario provinciale del NurSind, Andrea Gregori, lamentando le difficoltà che la categoria si trova ad affrontare. Fra i reparti in sofferenza – spiega ancora – ci sono l’emodialisi e la medicina generale dell’ospedale San Bortolo, l’ostetricia dell’ospedale San Lorenzo di Valdagno. Una situazione che sta diventando insostenibile, e il rischio di default è stato finora scongiurato solo per merito di chi, nei vari ruoli, si sta prendendo carico di un impegno interminabile. Nonostante, è bene ribadirlo, è previsto per legge l’obbligo vaccinale per tutti i sanitari.

Paradossalmente, se si voleva punire i no vax lasciandoli a casa senza stipendio, si è finito per penalizzare molto di più chi si è vaccinato ed è rimasto, giorno dopo giorno, a lavorare

Incalza Gregori: In questo momento abbiamo un centinaio di sospesi fra infermieri e Oss no vax degli ospedali e delle strutture aziendali. Mancano 28 infermieri della graduatoria dell’Ulss che sono stati prestati alle case di riposo su indicazione regionale per assicurare i servizi delle Rsa.

E ancora, il segretario del NurSind: Mettiamoci poi il fatto che sono in arrivo altre sospensioni sempre fra infermieri, operatori, tecnici, che potrebbero essere fra le 20 e le 40 unità. Ci sono, solo per parlare degli infermieri, centinaia di posti scoperti, mentre, a fronte di queste assenze, probabilmente entro la fine del mese dovrebbe essere reclutata una ventina di infermieri neolaureati che sono approdati al diploma. Il saldo è comunque negativo.

Certo, occorre resistere almeno fino al prossimo 31 dicembre, data fissata dal Dl del 1° aprile 2021 – il rimando è all’obbligo vaccinale imposto dall’art. 4 del decreto-legge n. 44/2021, convertito in legge n. 76/2021 – quale scadenza delle sanzioni nei confronti di chi, oggi, è nelle liste di sospensione senza stipendio. Seppur non si sa cosa deciderà il governo centrale, fra poco più di un mese, verso chi dovesse restare fermo nel proprio rifiuto (puramente ideologico?) nell’ambito di una stagione che annuncia di riservare un inverno pericoloso e di complicata gestione per i sanitari.

La coperta, ad ogni modo, rimane cortissima. Si stanno aprendo nuovi reparti Covid – lancia l’allarme Gregori – e con la medicina a bassa intensità destinata ai ricoveri dei malati pandemici, l’assistenza all’interno di queste strutture deve essere potenziata. È impensabile svolgere turni ordinari. Lo scenario preoccupa seriamente. Siamo allo stremo – conclude il segretario NurSind – e paradossalmente, se si voleva punire i no vax lasciandoli a casa senza stipendio, si è finito per penalizzare molto di più chi si è vaccinato ed è rimasto, giorno dopo giorno, a lavorare.

Giornalista

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