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Editoriale

È il green pass il problema?

di Giordano Cotichelli

Continuano le proteste di piazza contro l’obbligo del green pass, mentre è iniziata, in molte regioni, la somministrazione della terza dose di vaccino. È molto probabile che le contestazioni proseguiranno nei prossimi giorni e manterranno la caratteristica di grande contenitore di molte identità politiche e personali accomunate unicamente dalla messa in discussione delle scelte governative riguardo le misure di contenimento e prevenzione. Fino ad oggi non c’è stato il temuto blocco del paese e il fronte della protesta ha mostrato più di un cedimento e di una contraddizione.

Introduzione del green pass più funzionale dell’obbligo vaccinale

La contestazione, dai più sollevata, è quella verso un supposto atteggiamento ipocrita del governo, nello scegliere le restrizioni del green pass, al posto di un chiaro obbligo vaccinale per tutti. Accusa corale che rimbalza dalle piazze virtuali a quelle reali per poi ritornare alle verità della tastiera. In effetti viene da chiedersi come mai non si sia imposto da subito l’obbligo vaccinale.

E non pochi rispondono affermando che questo avrebbe obbligato lo Stato a dover risarcire eventuali vittime da effetti avversi dovuti al vaccino. Tema quanto meno spinoso, non semplice da affrontare e che, in primo luogo, dovrebbe chiamare in causa le grandi case farmaceutiche le quali, nonostante siano il demonio di tutti i complottisti, quasi scompaiono nei continui attacchi verso il governo e le istituzioni sanitarie.

Altra argomentazione, ulteriormente fragile come quella citata, è quella relativa al fatto che l’Italia sarebbe l’unico paese che ha adottato una strategia contenitiva molto rigida, assente in tutti i principali paesi occidentali. Osservazione, più che argomentazione, che anche in questo caso si ferma allo slogan, non va oltre il titolo ed è ad uso di chi si accontenta di poco.

Al di là di ogni valutazione sembra che la memoria delle piazze sia più corta delle analisi che propongono, in quanto dimenticano la casualità di questo paese che in un paio di mesi ha dovuto subire l’ondata pandemica, la scorsa primavera, di fronte agli occhi attoniti di un mondo che per giorni riusciva solo a parlare dell’unicità del caso italiano, per poi accorgersi, in progressione, che Covid-19 non conosce frontiere e attivarsi nel far tesoro del sapere accumulato drammaticamente a livello italiano.

Il primato del Bel Paese, in termini di contagi e vittime, è stato da subito scalzato (per fortuna/purtroppo) e diverse nazioni si sono trovate ad avere molti problemi; anche in queste settimane, con un’ondata pandemica d’autunno che sta crescendo e che li obbliga a nuove chiusure, a confinamenti generalizzati (Lettonia) o ipotizzati per chi non è vaccinato (Austria). Nel Regno Unito, dove l’obbligo vaccinale è presente solo per il personale sanitario, la situazione generale sta peggiorando progressivamente e, dopo aver dato il “liberi tutti” la scorsa estate, ora il governo pensa a manovre più restrittive, guardando al green pass italiano.

A questo punto è il caso di considerare alcune cifre italiane per capire meglio la situazione attuale, ma è abbastanza difficile citare dati verso quella ristretta parte di persone che, oramai, si è abituata a leggere solo ciò che le fa maggiormente comodo o piacere, e preferisce seguire nelle piazze un comico d’altri tempi – che invoca un partito da avere in leasing – piuttosto che i dati scientifici elaborati ad ogni livello.

Ci si accontenta delle bufale, come quella conseguente alla cattiva interpretazione sui media dei morti di Covid che sarebbero stati in realtà… 3783. Non mi dilungo oltre e mi limito a sottolineare due elementi: il primo di natura quantitativa e l’altro di natura meramente qualitativa o, se si preferisce, strategica. Nella tabella sottostante, ricavata da fonti de Il Sole 24 ore, si può vedere un 23 ottobre del 2020 (fra parentesi quelli attuali) dove il casi totali erano 12.019 (3.013), il tasso di positività era dello 8,03 (3,06), i morti 78 (38) e le presenze in Terapia intensiva era di 1.049 (338). Nei fatti è presente una riduzione quasi di un 75% delle conseguenze peggiori.

Covid-19 (Il Sole24ore online) 23/10/2021 23/10/2020
Casi totali 3.013 12.019
Tasso di positività 3.06 8.03
Deceduti 38 78
Terapia intensiva 338 1.049
Andamento del 23 ottobre 2020/2021

Se questi dati non bastano, consapevoli della malafede di chi ama interpretare ancor prima di analizzare, allora c’è la questione strategica. L’introduzione del green pass nei fatti si è rivelata più funzionale dell’obbligo vaccinale, dato che induce i riottosi o gli insicuri a vaccinarsi, come in parte è accaduto e ad ogni modo costringe a farsi dei tamponi di controllo chi non è vaccinato, e che non vuole ad ogni modo vaccinarsi, costituendo così una potenziale fonte di contagio (più di un vaccinato senza ombra di dubbio).

I tamponi previsti permettono così un tracciamento ulteriore di una parte della popolazione che sarebbe comunque stato più difficile censire con il solo obbligo vaccinale. Il resto sono chiacchiere. Poi, se qualcuno ha proprio voglia di contestare le politiche sanitarie, economiche e di welfare in generale di questo governo, può anche rimanere in piazza, cambiando il cartello e sollevando la questione di come, in piena pandemia, non si toccano in alcuna magìniera i guadagni accresciuti dei ricconi, mentre si taglia la sicurezza dei poveracci.

Continua lo stillicidio dei morti sul lavoro e la mercificazione della salute pubblica, mentre, come se non bastasse, l’INPS, sembra che non verserà più l’assegno di invalidità ai disabili che hanno comunque un lavoro. E poi c’è quota 100, 102, 103 e una cronicizzazione della previdenza pubblica che vedrà molti babyboomer non arrivare mai a quella pensione che però hanno pagato per una vita.

E molto altro ancora, ma si sa è più facile prendersela con il certificato verde che è riuscito ad essere il capro espiatorio di tutti i mali italiani, unendo da destra (tanta) a sinistra (tonta) rabbie e rancori di sorta, pronti ad esplodere anche contro le singole persone che difendo ragioni ed argomenti della prevenzione vaccinale. Come accaduto a Roma in una stazione della Metro. Una brutta storia per una storia che rischia di abbruttirci ogni giorno di più.

NurseReporter

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